L’Isola Senza Tempo è un “non luogo” e per noi di Luoghi di libri, che ai luoghi facciamo particolare attenzione, ha un sapore particolare: uno spazio creato dal nulla dalla mente di un uomo, per custodire e trattenere, ma che ha tutta la forza e la concretezza fisica di un luogo del tutto reale, con i suoi paesaggi diversi, molteplici come le sfaccettature dei sentimenti e dell’animo che li ha creati.
Chi non vorrebbe avere un posto così, dove andare a ripescare e rivivere le emozioni del passato e, soprattutto, dove poter rimediare a errori, dire cose mai dette, stringere ciò che non si vuole lasciar andare?
Un luogo delle seconde occasioni, in cui il tempo è sospeso e dilatato, le paure e i silenzi si possono superare insieme e possono addirittura diventare collante, laddove in passato hanno separato; un posto in cui non esistono un inizio e una fine già definiti, ma si può scegliere quando essere pronti a dirsi davvero addio. Biagio ritorna nell’isola che era stata lo sfondo dei racconti della sua infanzia e che diventa, ora, lo scenario della riscoperta di sé e del suo rapporto con un padre che scopre di conoscere meno di quanto pensasse e che, al contrario, conosce lui e i lati più reconditi del suo cuore molto più di quanto avesse mai immaginato; un luogo in cui il cerchio della sua vita si apre e si chiude.
Gianluca Mercadante scrive del distacco, della perdita e dell’amore, romantico e filiale, con una tenerezza particolare, riuscendo ad essere contemporaneamente toccante, commovente e scanzonato pur affrontando temi delicati come la lenta decadenza del corpo e della mente, la morte e l’inevitabile introspezione a cui ognuno di noi si trova di fronte, più o meno consapevolmente, in situazioni simili.
Mimma
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