๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐โฆ ๐ฝ๐ฐ๐ณ๐ธ๐ฐ ๐ต๐๐๐ธ๐ฝ๐ธ
Fin da quando ero bambina sono una frequentatrice del Salone del libro di Torino. Dai libri di Geronimo Stilton e gli spazi per bambini sono passata ai romanzi gialli classici. Allโinizio era un semplice divertimento che con il tempo si รจ tramutata in una vera passione grazie allโamore per la lettura di mia madre.
Passeggiando per le stanze virtuali del salone di questa edizione 2020, mi sono fermata ad ascoltare lโintervento di Nadia Fusini che trattava lโimportanza delle stanze nei libri di Virginia Woolf.
In questo momento in cui siamo costretti a restare nelle nostre case per proteggerci dalla pandemia e le viviamo quasi come prigioni, mi ha incuriosito ascoltare un punto di vista diverso.
Virginia Woolf aveva unโidea quasi sacra della casa, era il luogo in cui poter accogliere e condividere con gli altri. Una condivisione da intendersi non solo a livello di spazi e oggetti ma, soprattutto, di tempo da dedicare agli ospiti per creare relazioni e far crescere gli affetti e le amicizie.
Le stanze sono perรฒ, per lโautrice, anche luoghi in cui potersi ritirare in solitudine per scrivere, uno spazio creativo lontano dagli obblighi della quotidianitร .
Molte delle ambientazioni dei romanzi della Woolf valorizzano le stanze; da โGita al faroโ in cui la casa รจ il luogo fondamentale di incontro della famiglia Ramsey, a โLa signora Dallowayโ in cui il gesto di aprire le finestre per iniziare la giornata simboleggia lโapertura al mondo… proprio quella che noi stiamo faticosamente attendendo in questi giorni!