In principio ho amato Culicchia alla follia; probabilmente non ricambiato… Poi, col tempo, ho cominciato a non trovare nei suoi libri quell’immedesimazione e quel coinvolgimento che tanto mi avevano appassionato. Succede sempre così… l’abitudine… il venir meno della voglia di stupirsi… Ma, testardo e fiducioso, non rassegnandomi al fatto che ad unirci fosse la sola fede calcistica, ho perseverato e non mi sono lasciato scappare un solo titolo a costo di qualche borbottio e alcune personalissime delusioni. E così, per ultimo, mi sono trovato di fronte a Il cuore e la tenebra senza troppe aspettative, quasi rassegnato a vedere sopite le emozioni che un libro, su tutto, è capace di regalare. E devo confessare che il buon Giuseppe mi ha stupito. Questo romanzo è qualcosa di molto diverso dagli altri. Più complesso e profondo.
E’ una fantastica guida turistica di Berlino.
E’ un susseguirsi di documenti e riflessioni sugli effetti contraddittori del nazismo.
E’ un viaggio attraverso la musica e le sue ossessioni.
E’ Giulio che va per seppellire un padre lontano e si ritrova a ricomporne i frammenti di una vita del tutto inaspettata.
E’ la storia di un amore vissuto in silenzio. Fatto di sacrifici ed errori, dedizione ed assenza.
E’ il rimpianto di non aver saputo trovare il modo per vivere consapevolmente gli affetti più grandi.
E’ amore, odio, rancore, tenerezza, comprensione, errori e fallimenti. E’ Il cuore e la tenebra.
E’ la ricostruzione di un’assenza pesante vissuta in maniera troppo leggera.
La raccolta di un’eredità, tutta da scoprire, fatta di lettere e documenti, appunti e fotografie, domande e contraddizioni, luoghi e ricordi. Da affrontare rigorosamente con il sottofondo musicale della Nona Sinfonia di Beethoven…
Un romanzo che non lascia indifferenti ma, anzi, fa vibrare le più profonde corde dell’anima; fa sorridere e commuove. E fa riflettere. Lontano dal solito linguaggio leggero ed ironico, Il cuore e la tenebra ci sbatte in faccia l’egoismo e la superficialità; l’affrettato giudizio che rende ciechi alla profondità dei sentimenti e la consapevolezza tardiva di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
“Perché nella vita ci si sbaglia, a volte”… ma ci si sbaglia anche nel non cercare di capire…
Lo sapevo! …lo sapevo che Culicchia sarebbe tornato ad emozionare!!!
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