Quattro chiacchiere con… Roberto Martinez

Hai accettato di raccogliere la sfida del Concorso, perchè per te la scrittura è… raccontacelo scegliendo tre aggettivi che più ti rappresentino.

Ironico: l’ironia fa parte della mia indole e naturalmente il mio stile narrativo è inzuppato di humor.
Pignolo: quando scrivo cerco di acchiappare subito il lettore e curo molto il finale, possibilmente con un colpo di scena. Se il caffè non è buono alla fine di una cena, rischia di compromettere tutte le portate.
Curioso: anche a causa della mia professione di creativo, vivo con le antenne dritte perché è dalla quotidianità che vengono le idee migliori, è nella quotidianità in cui ti identifichi.

Soffermandoci sull’incipit del concorso e sul racconto che ti ha permesso di classificarti tra i vincitori, da dove è arrivata l’idea per proseguire la tua storia? E i personaggi?

Lo spunto di partenza era in qualche modo imprescindibile: c’erano un’immagine e uno schermo, quindi un cellulare, una fotografia, una videocamera di sorveglianza, come nel mio caso. Inoltre l’incipit profumava di un’atmosfera noir che suggeriva un intreccio torbido. Per mantenere il mio stile ironico, ho deciso di sviluppare due trame parallele con un portiere di notte protagonista in entrambe le storie. I personaggi di contorno sono arrivati da soli, senza bussare…

Quali sono le emozioni che hai provato ad essere sullo stesso palco con autori affermati al Circolo dei Lettori?

In realtà non sono più un autore di primo pelo: ho vinto diversi concorsi letterari e pubblicato con Comix, Battello a Vapore, Giulio Perrone/L’Erudita e Gems Gruppo Spagnol. Diciamo che sì, sono uno scrittore in erba, ma quella che si fuma.

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