Quattro chiacchiere con… Anna Maria Dileo

Hai accettato di raccogliere la sfida del Concorso, perchè per te la scrittura è… raccontacelo scegliendo tre aggettivi che più ti rappresentino.

Ho accettato di raccogliere la sfida del Concorso, perché per me la scrittura è stata da sempre il sogno chiuso in un cassetto e devo dire anche grazie a mio figlio se questa volta l’ho riaperto. Davanti a un suo “Mamma, insegnami a non mollare”, ho capito che dovevo almeno fargli vedere come ci si mette in gioco, nonostante i timori. Inoltre lo scopo benefico del concorso mi ha dato lo scossone almeno per provarci.
Gli aggettivi che più mi rappresentano sono: emotiva, perché quello che scrivo, parte sempre da qualcosa che è stata per me un’emozione e sento il bisogno di metterla su carta come se fosse una foto istantanea, pronta a fermarsi nel tempo, in un tempo che ormai corre troppo velocemente e ci regala poche occasioni di vedere la felicità anche nelle piccole cose. Insicura, perché nonostante sia forte l’esigenza di scrivere, spesso accantono questa volontà per diversi motivi e tra questi il fatto di pensare di non essere all’altezza per farlo. Sognatrice, perché spesso scrivendo immagino quello che vorrei si potesse avverare e che invece nella realtà è a volte quasi inarrivabile.

Soffermandoci sull’incipit del concorso e sul racconto che ti ha permesso di classificarti tra i vincitori, da dove è arrivata l’idea per proseguire la tua storia? E i personaggi?

L’idea mi è arrivata proprio dall’incipit, perché leggendolo, quel peso della valigia ho cominciato a sentirlo davvero mio e volevo mettere nero su bianco una piccola parte delle difficoltà che una persona si ritrova ad affrontare, quando per l’ennesima volta è costretta a ricominciare, perché il destino ha deciso di rimescolargli il mazzo di carte. I personaggi sono nati un po’ prendendo spunto dalla mia vita e dalla vita di persone che mi sono state o mi stanno vicine.

Quali sono le emozioni che hai provato ad essere sullo stesso palco con autori affermati al Circolo dei Lettori?

L’emozione è stata indescrivibile, poiché come mi sono più volte definita, non mi sento una scrittrice in erba, ma ancora in seme. Un seme che ancora deve trovare il coraggio di venir fuori: ritrovarmi al fianco di grandi, forti e bellissime querce della portata di Massimo Tallone e di essere addirittura da loro stessi premiati, mi ha fatto sentire orgogliosa, ma anche riconoscente verso chi aveva organizzato il tutto ed è stato bello emozionarsi e ritrovare la stessa emozione anche negli occhi di queste persone.

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