“Il Metro della Felicità” è un titolo appropriato per una riflessione che prima o poi facciamo tutti, specie coloro per i quali i numeri sono musica: come si misura la felicità?
Il libro trae la sua originalità nell’approccio apparentemente semplice, ma molto ricercato, con cui si introduce la parola felicità in economia, nonché il senso della stessa nei secoli, creando un parallelismo che perdura durante l’intero volume, partendo dall’affresco realizzato da Raffaello Sanzo “La Scuola di Atene”, in cui in una scena sola si riassumono l’evoluzione e la coesistenza delle due teorie filosofiche classiche. Si trovano infatti al centro della scena Platone ed Aristotele: l’uno che indica verso l’alto, verso l’elevazione e l’altro, empirico, che sta ad indicare la sperimentazione, il realismo, la soddisfazione del bisogno.
Il volume è uno stimolo, un punto di partenza, un acuto percorso dove annotare con un taccuino curiosità, approcci differenti e mutamenti che nel corso del tempo hanno impattato il concetto di felicità e le sue sfaccettature in senso ampio, in modo da potersi dedicare in un secondo tempo ad approfondimenti e riflessioni che possono portare lontano.
Da subito emerge come il reddito (ad esempio il PIL – Prodotto Interno Lordo) sia un misuratore parziale e talvolta fuorviante delle felicità, in quanto non riesce a catturare il valore di qualcosa che ha prezzo zero, ma può spostare l’incontro tra domanda ed offerta ed inoltre è inficiato dall’avvento della nuova economia.
Il paradosso di Easterlin per cui si sta meglio quando si sta peggio insieme con l’adattamento edonistico e l’assuefazione; i metri di valutazione quali: il World Happiness Report, il diario della felicità, la ricerca effettuata dal Governo inglese per misurare la felicità del cittadino al fine di comprenderne le leve e come influenzarla; “la fortuna di non essere un Beatles”, il concetto di felicità sintetizzata, la capacità di adattarsi alle circostanze e trovare la propria felicità; l’influenza dei new-media e dei big-data nella concezione di felicità e la fisica sociale come nuova materia di studio… Questi alcuni dei concetti illustrati in maniera accattivante durante il percorso attraverso la felicità, nutriti con una ricca bibliografia.
Su tutti, un’idea impera: l’uso del tempo, più che scaffali pieni di oggetti, dà il senso alla vita e riempie di felicità, insieme con la volontà di essere felici – anything you want to be.
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