Mi piaci da morire di Federica Bosco è un’ottima idea di lettura da vacanza… la protagonista alla ricerca del grande amore si imbatte in una serie di casi umani e racconta di questi incontri in maniera divertente e sarcastica. Questo mix ci concede l’effetto sognante che spesso ricerchiamo nell’approcciarci a certi titoli, senza incorrere nel banale e scontato effetto mieloso di alcuni romanzi d’amore. Per altro ciascuna di noi può immedesimarsi, chi più chi meno, nel periodo di ‘amori sfortunati’ fotografato nel romanzo, concedendosi un po’ di nostalgia verso eventuali episodi bislacchi e divertenti.
Allo stesso tempo non manca il realismo circa la complessità delle relazioni moderne, gravate dalla minore predisposizione alle responsabilità, ai sacrifici, ai compromessi e dalla maggiore tendenza al tradimento, all’egoismo e egocentrismo. Tutto questo però viene mostrato in chiave leggera e ironica dai personaggi che lo vivono e soprattutto subiscono, ottenendo una sensazione rasserenante che ci permette di ridimensionare il potenziale impatto di certe dinamiche sulle vite di noi lettrici, tanto da indurci ad esclamare ‘beh mi capitasse non sarà la fine del mondo in effetti’. Forse l’autrice vuole inviarci proprio il messaggio che un fallimento amoroso va vissuto proprio non assorgendolo ad una catastrofe che invalida le bellezze degli altri ambiti della nostra vita e che certe dinamiche viste con un occhio differente possono essere ridimensionate e che forse il segreto è proprio riderci sopra con gli amici e passare oltre.
In fondo per citare una canzone del 1995 dei Neri per caso che riprende il connubio amore e morte presente nel titolo del libro ‘si può amare da morire, ma morire d’amore no!’.
Patrizia
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