Il dodicenne Omar vive nella ridente e vivace città di Bosra in Siria. Il suo idolo è il cugino Rasul che aiuta nel negozio di souvenir dopo la scuola: da grande vorrebbe entrare in affari con lui e diventare ricco. Lo spirito imprenditoriale non gli manca, semmai Omar non ama la scuola e la frequenta poco volentieri. La sua famiglia è benestante: Omar ha altri quattro fratelli, due più grandi e due più piccoli di lui, una madre che cucina piatti deliziosi e un padre che lavora al Ministero per l’Agricoltura. Tutto scorre in una clima apparentemente normale fino al giorno in cui la sua vita e la sua città vengono sconvolte da una parola: guerra. La Siria è in guerra e quello che doveva essere uno scontro veloce per placare alcuni ragazzini irriverenti, che si erano messi a giocare agli oppositori col Governo, diventa un vero e proprio massacro. Omar perde tutto e deve trasferirsi con la famiglia prima a Daraa e poi in un villaggio rurale in cui la vita è molto diversa da come era stato abituato fino ad allora. Ogni spostamento porta via un po’ di identità, ricordi, speranza: non importa quanto si possa scappare lontano, l’ombra della guerra non lascia scampo. Non esiste più un luogo da poter chiamare casa, ma soltanto un enorme cumulo di tende nel Campo di Accoglienza di Za’atari che diventa la loro salvezza e la loro prigione.
Omar e i suoi fratelli crescono e affrontano difficoltà che fino a poco tempo prima sembravano lontane e sconosciute: la loro vita non esiste più. Bisogna ricominciare da capo. Ma come si fa a ricominciare quando non si può tornare a casa? “Nowhere” è un non-luogo in cui i sogni, le speranza, la rabbia e i conflitti di un ragazzino prendono forma e ci vengono narrati dal suo punto di vista di dodicenne con una naturalezza e una confidenza tale da far davvero capire al lettore come ognuno di noi sarebbe potuto essere Omar. In fondo la parte del mondo in cui si nasce non è un calcolo matematico, ma una questione di pura fortuna e la fortuna non è uno stato di diritto.
Elizabeth Laird, scrittrice per bambini, pubblica questa volta un romanzo young-adult, basato su storie ed eventi che non sappiamo o non vogliamo conoscere più a fondo: la voce del suo Omar arriva dritta e come la lama di un coltello squarcia il velo che ci offusca la vista. Fortemente consigliato anche ai lettori più adulti.
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