Andrea Malabaila – Lungomare nostalgia

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Può accadere che il rapporto fra nonni e nipoti si riveli più profondo, solido e duraturo di quello con i genitori. La generazione che li separa, l’idea che non tocchi davvero a loro, i nonni, il compito di educare i propri nipoti, ma solo quello di dare indicazioni di massima, d’impartire l’occasionale rimbrotto – ma quanto lo prendono sul serio i bambini? – e per il resto di divertirli, giocare con loro, raccontare storie vere o inventate, creare per quelle piccole creature mondi meravigliosi che ricorderanno fino all’ultimo giorno della loro vita. Come ricorderanno i nonni, supereroi intangibili ed eterni, sebbene eterni non siano affatto. Di questo rapporto unico e particolare se ne potrebbe parlare in modo accademico da qui all’eternità.

Altra cosa è raccontarlo in prima persona. Questo ci offre il torinese Andrea Malabaila con un libro intenso e doloroso, pieno di incantevoli ricordi di vita vissuta: la propria con il nonno materno Natale Pennello e quella del nonno stesso. Una cavalcata nella storia italiana che parte da Cuneo, anno 1924, e termina in una clinica per anziani a Torino ai giorni nostri. Natale ha attraversato gli anni del fascismo, la Seconda Guerra Mondiale, il boom economico. Ha sposato la ragazza della sua giovinezza, Mariuccia, ha avuto una figlia, Laura. Ha persino vinto la Lotteria e lavorato per tutta la vita come linotipista in una grande tipografia torinese dove si stampavano, fra gli altri, libri di autori come Cesare Pavese – molto divertente l’aneddoto che lo riguarda. Magari non c’è nulla di straordinario in questo, ma ciò che rende straordinaria la vita di nonno Natale è il suo rapporto con il mondo e con suo nipote e soprattutto il modo in cui Andrea Malabaila ci racconta tutto questo.

Non è facile scrivere una storia quando il suo principale interprete, nonché persona amatissima, non c’è più. Quando è ormai impossibile chiedergli come davvero siano andate le cose. Verità o frutto della fervida immaginazione di Natale? Vorremmo avere ascoltato di più, chiesto di più, conservato e registrato di più.

Ma soprattutto vorrei rivivere i momenti che abbiamo passato insieme e quelli che ho lasciato scorrere riservandoti solo qualche pensiero laterale. Mica lo sapevo che avrei dovuto memorizzare tutto quanto mi stava accadendo, le parole i suoni i colori i gusti gli odori, anche quei dettagli a cui lì per lì non davo alcuna importanza. Quanto tempo che sprechiamo e che finiamo per rimpiangere! Ma forse anche questo è un ingrediente necessario per le nostre vite imperfette.

Con fatica, sofferenza e profonda capacità di autocritica, Andrea Malabaila ha ricostruito in modo mirabile, pieno di amore e ammirazione non solo la vita di nonno Natale e le epoche da lui attraversate, ma è riuscito a portare a termine un compito ancor più gravoso: venire a patti con una perdita lacerante, accettare l’assenza rendendola eterna e consolante presenza. Una lezione che ciascuno di noi dovrebbe imparare.

Francesca

 

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