Psicoporno è un perfetto cocktail, in cui cultura di amplissimo respiro, psicologia, apertura mentale, assenza di pregiudizio e esperienza sul campo sono miscelati accuratamente!
Scritto da tre psicologhe, ogni racconto è dedicato ad una parafilia, trasformata in un mini-poema epico, una novella, un racconto moderno. Ciascuna parafilia è romanzata a renderla fruibile al pubblico di non addetti ai lavori! Una sorta di make up di ciò che talvolta è considerato solo bizzarro e talvolta è considerato socialmente inaccettabile. Tutto ciò impreziosito con orpelli attinti dalla cultura ellenica, ellenistica, egizia, medievale e più contemporanea. Il risultato è una donna attraente, perfettamente agghindata con un carattere complesso, inafferabile per chi si ferma all’apparenza e svelato progressivamente.
Il punto di vista utilizzato è quello della persona che vive la parafilia, sia che si parli in prima persona, sia in terza persona. In questo modo viviamo dall’interno come per alcune persone il piacere possa emergere solo dalla paura dell’altro, l’accudimento possa essere possessione del corpo altrui a tal punto da volerlo deformare a proprio piacimento e ucciderlo per appropriarsene per sempre, il desiderio possa essere appagato solo con un puzzle di rapporti di cui nessuno è sufficiente, l’attrazione possa essere rivolta ad un oggetto inanimato come una bambola nell’agalmatofilia, un gap d’amore cerchi compensazione nel cibo e questo diventi strumento di manifestazione di affetto fino all’ossessione nel feederismo… non mancano passaggi crudi che ci facciano toccare con mano alcune realtà che con toni differenti risulterebbero edulcorate e poco realistiche. Alcune parafilie sono conciliabili con una vita di relazione per così dire tradizionale, altre interferiscono con la stessa. Si sottolinea come spesso si abbia l’erronea tendenza a considerare patologico ogni atteggiamento non comune, che non si capisce o di cui si ha timore. Si mostra come il piacere spesso abbia un labile confine con il timore e la violenza e come chi è cresciuto, subendo da coloro che dovevano proteggerlo violenza e abuso, potrebbe più facilmente vivere il sesso come associato alla violenza e il proprio corpo come un mezzo di manipolazione, esattamente come è stato un mezzo di piacere per chi ha abusato.
Il testo è intriso di emozioni e pensieri prêt à porter – forse meglio scrivere prêt à essayer – serviti al lettore in maniera immediata, percettibile, rivivibile. Piccole perle di psicoterapia sono disseminate qua e là, lungo il sentiero come le briciole della fiaba di Pollicino. Il lettore ne potrà, se vuole, fare dei mantra da ripetere all’occorrenza per raggiungere la meta, equilibrio e serenità.
Il punto di massima tensione di ciascun racconto spesso non corrisponde con il finale, ma è poco prima. Questo timing potrebbe forse mimare la seduta psicoterapica per come la vivevo io, da fruitrice: durante il colloquio si vivono epifanie, talvolta percepite come destruenti e pervadenti, finalizzate al successo terapeutico e spesso la tensione negli ultimi minuti viene smorzata passando ad un argomento più colloquiale a ritraghettare ad una situazione emozionale che il singolo può utilizzare per lavorare su di sè, ma gestibile in autonomia. Allo stesso modo il lettore frastornato, sbaccalito e talvolta turbato dall’apprendimento del reale significato del racconto, viene riarmonizzato al termine dello stesso. Come se gli si concedesse di sbirciare nella parafilia, per poi sottrarla alla vista per concedergli di tornare in qualche modo ad ignorarla o a convivere con la sua esistenza con distacco.
Non manca un pizzico di ironia, il phard dell’intero make up, che raggiunge la sua massima espressione nel racconto ‘memorie di un dildo’, non un semplice oggetto, ma compagno di avventura e condivisione, capace di accudimento e sentimenti verso chi ha bisogno di vincere la solitudine.
Concetti di una certa rilevanza vengono affrontati come una sbirciatina intensa, ma veloce! Insomma una sorta di sightseeng city bus delle parafilie umane, su cui vi invito a fare un interessante giro!
Patrizia
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