Joel Dicker è da sempre una certezza. Mi approccio alla sua lettura ogni volta con la sicurezza di un rapimento, il mio. In questo caso l’autore ha superato ogni aspettativa. Le sue trame sono sempre un incastro costante di vicende, flashback e punti di vista differenti.
In questo caso ci troviamo a cercare di risolvere un cubo di Rubik in cui manca sempre un tassello colorato a completare l’ultima faccia.
Ogni volta ci sentiamo prossimi alla soluzione, a scoprire chi ha ucciso Alaska Sanders. Eppure ogni volta le nostre intuizioni vengono sbugiardate e, non solo, il mistero si infittisce con il mistero nel mistero: che fine ha fatto Harry Quebert di cui l’autore non ha più notizie? Chi ha ucciso Eleonor, amica di Alaska? Cosa ha scoperto Walter per cui si è infuriato terribilmente?
Personaggi poliedrici e complessi, ricchi di chiaro-scuri che rendono difficile identificare il buono e il cattivo.
E un probabile spoiler su un nuovo romanzo. L’autore ha ‘riparato’ con i suoi scritti gli amici Harry Quebert e ora il sergente Gahalowood. Nel prossimo romanzo si occuperà di riparare se stesso? Un nome ci lascia un indizio: Alessandra Neville.
Patrizia
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