Dove vanno a dormire le stelle? Se volete saperlo dovete leggere questa storia, che vi porterà ad assaporare l’odore e il profumo delle campagne, la voglia di essere liberi, imparare cosa è l’amicizia vera, ma soprattutto vi insegnerà a respirare.
Sembrerà di essere seduti nella platea di un teatro ad ascoltare il racconto di un ricco e facoltoso “nonno” che lascia in eredità al suo autista (in auto con lui) la storia di una vita, chiedendogli di farne buon uso.
Da cosa si legge “farne buon uso” è scrivere la sua storia in quello che potrà diventare un libro, io ne ho percepito che questo racconto dovesse essere di insegnamento a chi lo ascoltava.
Una volta non c’erano scritti, ma le storie di vita erano racchiuse in racconti davanti al fuoco, aneddoti, spaccati di vita, racconti, i vecchi che raccontavano ai giovani che avrebbero dovuto portare avanti le testimonianze di una vita passata.
Si respira libertà: la campagna, i campi coltivati, i calli sulle mani, il dare cibo agli animali, il profumo del “putagè”, i bambini che corrono spensierati senza paure e senza aspettative, accogliendo le più piccole scoperte.
Leggendo questo libro sono tornata bambina: tante volte la nonna mi raccontava, tante volte passavamo ore a rievocare sui ricordi di bambina e già di giovane donna cresciuta nelle campagne e soprattutto nei ricordi il profumo del putagè dove lentamente stava cuocendo il ragù.
Sulla copertina una bellissima giostra, leggete e scoprire quale sarà il ruolo di questa meravigliosa giostra d’epoca oltre a scoprire dove dormono le stelle.
Simona
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