“Brucia l’aria” di Omar Di Monopoli è un viaggio a piedi nudi. Un viaggio breve e intenso, la corsa tra l’asciugamano e il mare quando la spiaggia è arroventata dal sole e rischia di ustionarti i piedi. Perché la storia è di quelle dure, che non fanno sconti, dove ogni personaggio sembra chiedere al cielo il motivo di una sfortuna così sfacciata, di una sorte che non soddisfa nessuno e se può, fa piovere sempre e soltanto sul bagnato.
Siamo a Languore, fittizia contea pugliese che è insieme una summa di tutti i sud e le zone rurali del nostro Paese. In mezzo all’umanità stremata che la popola, spicca la presenza di Rocco, segnato dalla perdita del padre pompiere, l’eroe locale che cade dal piedistallo più alto quando si scopre che molti degli incendi che era chiamato a spegnere li aveva appiccati lui. Rocco cresce con questo marchio ereditato accompagnato da pessime compagnie, quella malavita che cerca riscatto attraverso la sopraffazione. I suoi errori lo costringeranno al carcere, perdendo oltre la libertà l’amore di Nunzia. Il romanzo comincia anni dopo, ormai Rocco è un uomo riabilitato che tenta di vivere una vita rispettabile guidando (splendida contrapposizione) un’autocisterna che rifornisce di acqua un riarso comune dell’entroterra salentino. Nunzia si è sposata con un altro e ha avuto un figlio. Gaetano, il fratello di Rocco, vive nell’ammirazione del passato fuorilegge del fratello e bazzica Pilurussu, il vecchio compare per cui Rocco è finito in prigione. Dall’altra parte ci sono Peppo Canzirru e il resto della malmessa cellula di criminalità organizzata locale, mafiosi tanto efferati quanto spersi, anche loro, nell’aria soffocante della Puglia, dove anche i cattivi mirano alla vita alla cieca, ma hanno sempre troppi colpi in canna e qualcuno preso nel mezzo ci finisce sempre.
Quando un vecchio boss ritornato con l’idea di riportare la mafia di Languore alla ribalta, si innescherà una catena di eventi che coinvolgerà tutti i personaggi, riportando alla luce i segreti e i rancori che ribollivano in attesa sotto la calma apparente dell’equilibrio e metterà a dura prova il nuovo Rocco, deciso in tutto e per tutto a comportarsi onestamente e a lasciarsi alle spalle la vecchia vita.
Omar Di Monopoli è uno scrittore eccezionale. Non solo per le storie e i paesaggi che racconta, ma anche per la lingua che utilizza, un italiano aulico (di cui ha una padronanza estrema) venato di una forte gradazione dialettale che tiene lo svolgersi degli eventi e i dialoghi ancorati alla terra dove il romanzo si svolge.
Come in una corsa a piedi nudi sulla spiaggia, leggere “Brucia l’aria” può ustionare i piedi, può pungere un alluce con una pietra nascosta e viene portata a termine senza poter prendere fiato. Ma alla fine, alla fine c’è il mare, un tuffo, la sensazione migliore del mondo.
Stefano
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Se volete ascoltare Omar Di Monopoli che parla del suo libro “Brucia l’aria” collegatevi il 30 marzo alle ore 18 a questo link https://www.eventi.polimi.it/events/incontro-con-lautore-omar-di-monopoli/ ne parlerà con Laura Montedoro, docente di Architettura e disegno urbano al Politecnico di Milano.