“Pensavo di venire qui, riempire due scatole, cinque sacchi neri e andarmene. Invece mi ritrovo a fare i conti con immagini e ricordi che bussano dal passato.”
Così argomenta fra sé Cloe, protagonista e, per la maggior parte del libro, voce narrante di questo giallo bello e intrigante ambientato nella bellunese Valdobbiadene e, più precisamente nel paesino di Vas. La morte della nonna Ilde costringe Cloe, su richiesta di sua madre, a ritornare a Vas per svuotare la vecchia casa di famiglia. Lasciando Alba – luogo del suo ultimo incarico come insegnante di storia dell’arte – e a malincuore il nuovo compagno Sandro, bravissimo cuoco e proprietario del B&B Lavinia a Grinzane Cavour, la nostra eroina, accompagnata dall’inseparabile gatto Pablo, torna in un luogo carico di memorie dell’infanzia e intriso di mille presenze del passato, alcune ancora vive e presenti, altre che iniziano a perseguitarla insinuandosi nei suoi sogni e negli oggetti misteriosi che la vecchia casa, poco alla volta, restituisce. E per quanto riguarda il passato, il lettore segue le vicende accadute sessant’anni prima attraverso i resoconti del maresciallo Giordano e del brigadiere De Carli che nel 1956 indagarono su un omicidio e un suicidio mai risolti o davvero compresi, due eventi che torneranno prepotenti a galla durante il soggiorno di Cloe a Vas e che lei si troverà quasi costretta a decifrare e risolvere. Ma non saranno solo i morti a chiedere a Cloe chiarezza e giustizia. Ci sono anche i vivi con cui fare i conti nel cuore della protagonista: il compagno Sandro e l’ex carabiniere Fabrizio, ora proprietario del bar ristorante del paese, figura affascinante e tormentata, un dolce ricordo di Cloe bambina, una Cloe, però, che oggi bambina non è più.
Sonia Sacrato è bravissima nel costruire la complessa trama di questo libro agganciandola a vicende del passato realmente accadute come la tragedia di Marcinelle in Belgio, e ci consegna Cloe, una straordinaria figura di donna alle soglie dei quarant’anni, combattuta fra il dolore ancora vivo per la morte prematura del padre, le proprie personali incertezze, la paura di fallire con il cuore e la mente, il disamore per una nonna anaffettiva fino alla crudeltà, la caparbietà nel voler capire e svelare un mistero e una propensione per l’ironia verso se stessa e il mondo davvero speciali.
“Parlare prima di un’ora dal caffè dovrebbe essere vietato dalla Costituzione.” Verissimo.
Una prosa ricca e scorrevole che non mancherà d’incantare i lettori così come i tanti brani musicali citati, molti dei quali affidati al genio esecutivo del grande Ezio Bosso.
Francesca
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