Maria Elisa Aloisi – Il canto della falena

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Mondadori esce a luglio in edicola con Il Canto della Falena, un legal thriller che si legge tutto d’un fiato e che si fa apprezzare riga per riga, perché scritto bene, con competenza e grande sensibilità.

L’autrice, che ha vinto il Premio Tedeschi 2021 e si è guadagnata la pubblicazione nella serie ORO de “Il Giallo Mondadori”, è una brillante esordiente siciliana, l’avvocato Maria Elisa Aloisi, che in questo giallo oltre a trasporre la sua esperienza professionale di togato ci trasmette il profondo amore per la sua terra.

Siamo a Catania: Ilia Moncada, giovane avvocato penalista dello Studio Marra, si trova costretta suo malgrado ad assumere la difesa di un caso di omicidio. Si tratta dell’uccisione di un noto commercialista della città, Adriano Politi, assassinato con due colpi di pistola nel suo chalet in località Nicolosi, sulle pendici dell’Etna. Il cadavere viene ritrovato con il volto coperto da un fazzoletto, quasi che l’omicida abbia pietosamente voluto coprire con la stoffa l’ultima luce negli occhi della vittima.

Accusata dell’omicidio è la moglie, Speranza Barone, in quanto tutte le prove indiziarie convergono verso e contro di lei.

Il caso è complicato e Ilia non se ne vorrebbe incaricare, sia per il grande risvolto mediatico, sia perché il pubblico ministero che ha assunto l’accusa è Federico Salini, ex compagno di università ma soprattutto ex fidanzato. Invece la sua amica Irene Marra, avvocato civilista nonché figlia del titolare dello studio dove lavora Ilia, con grande determinazione e poca delicatezza ce la trascina dentro a forza, così come le “impone” la conoscenza del fascinoso Andrea Belmonte, l’astuto giornalista e conduttore televisivo, “in nome della tradizione dello studio, che ha sempre avuto un occhio di riguardo per stampa e TV”.

In questa accattivante storia la carrellata dei personaggi è paragonabile a un vassoio di dolci in una pasticceria siciliana: ce n’è per tutti i gusti! Oltre agli attori principali, ho trovato particolarmente gustosi un paio di macchiette, come ad esempio l’avvocato Cristoforo Dito (un disastroso civilista tanto pasticcione quanto borioso, con velleità da celebrity televisiva) ma in special mondo Mariano, il quale prima di diventare il segretario dello studio di Ilia era stato un suo cliente – una specie di rubagalline sfigato, portato a delinquere dalla malasorte – con un cuore buono come il pane, che si prende cura di Ilia con uno zelo e una premura che vanno ben al di là dei suoi compiti professionali. Mariano con la sua parlata popolana, piena di strafalcioni e di termini dialettali (divertentissimi!) ci fa sentire più forte l’aria di Catania, perché neanche per un attimo ci si può scordare di essere nella bella città etnea: si gira la pagina ed ecco spuntare una piazza, una via, uno scorcio del porto.

Maria Elisa Aloisi, catanese purosangue, ci tiene tantissimo a farci da cicerone per le strade della sua città, che riluce di bellezza anche se il sole è quello pallido autunnale e non quello rovente dell’estate.

Passeggiamo insieme a Ilia sul lungomare e ci sediamo volentieri insieme a lei ai tavolini del bar, di cui non fatichiamo a immaginarci il colore, l’ombra delle tende, sentiamo attorno a noi il rumore del traffico o lo sciabordio delle onde del mare, tanto l’autrice è brava a portarci dentro la storia.

Un altro bellissimo personaggio, molto dolce, e quello della zia Ofelia, il cui affetto compensa quello della mamma, prematuramente perduto da Ilia quando era molto piccola, e quello del papà, che si è allontanato risposandosi con un altra donna a cui lei non si è mai affezionata.

Forse è per questo che il nostro giovane avvocato ha una particolare sensibilità per Tecla, la figlia adolescente dell’imputata Speranza Barone e della vittima Adriano Politi, perché, come lei, la ragazzina rischia di perdere di colpo la figura sia materna che paterna e per questo si aggrappa più forte a quella della nonna, Magda Politi.

Quest’ultima è un personaggio chiave, come testimone del processo e in quanto madre del commercialista assassinato: non era fatto semplice darle la caratterizzazione giusta. Eppure di Madga ne vediamo ogni gesto, ogni lampo negli occhi, cogliamo ogni sfumatura della sua voce. Quando uno scrittore riesce a delineare così bene i suoi personaggi tanto da farceli sentire intimi, vicini, a empatizzare con loro, io, signori miei, questo lo chiamo talento.

Anche dall’intreccio della storia – sul quale non mi piace indugiare troppo per non togliere nulla al piacere della lettura – si denota il talento. Una scrittrice di legal thriller che è a sua volta una penalista potrebbe facilmente scivolare nella saccenza, diventare pedante con i tecnicismi. La Aloisi, invece, sa di cosa parla, trasmette tutto in modo chiaro, con competenza, ma usa un grande rispetto verso il lettore, non lo blandisce né lo annoia mai, e secondo me questo è un dettaglio non trascurabile.

Mi accorgo ora di aver parlato poco del personaggio principale, Ilia Moncada (qualcosa mi dice che la ritroveremo presto in nuove avventure). Poco male, lascio a voi il piacere di fare la conoscenza con questa che si prefigura essere (cito la copertina Mondadori) una nuova stella nel firmamento del giallo giudiziario. Ma si riferirà all’avvocato Moncada o all’avvocato Aloisi?

Manu

 

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