Il primo buon proposito era il mio e sono lieta di averlo seguito: non fermarmi alla prima avventura del nuovo personaggio di Alessia Gazzola, Costanza al suo esordio non mi aveva convinta. Da lettrice affezionata ad Alice Allevi l’avevo trovata molto simile a lei, ma priva delle “stravaganze” che di Alice tanto mi piacevano e, quindi, meno accattivante.
Questa volta Costanza è diversa: più matura di come l’avevamo lasciata, e decisamente differente da Alice e questa evoluzione non guasta affatto, anzi.
Anche questa volta alle vicende di Costanza si accosta un mistero, che affonda le radici nel passato e che spetterà alla nostra paleopatologa indagare e risolvere; una parte ben strutturata e approfondita in cui si racconta una storia parallela, in cui leggenda e verità storica sono sapientemente mescolate e che lambisce la vita di Costanza, appassionandola e avvicinandola a un mondo lontano dalle sue aspirazioni, in cui si era rassegnata a “sopravvivere” solo per qualche tempo, in attesa di realizzare il suo sogno e aprire le ali per volare oltre Manica. Ma, del resto, se la sua vita privata è stata così tanto sconvolta da un vissuto che diventa più presente che mai, perché anche il suo lavoro, i suoi colleghi e le tante storie che il passato ha da raccontare, non dovrebbero assumere importanza e spessore diversi da quelli che si aspettava?
Questa dimensione affettiva meno rigida, che non sfora nel salto nel vuoto a cui era avvezza anni prima, fa di Costanza, finalmente, una adulta a tutto tondo, pronta ad affrontare la vita per sé e per la figlia. E, diciamolo, ce la rende anche un po’ più simpatica.
Mimma
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