Nella storia di tutti noi ci sono eventi che riconosciamo come “svolte”, situazioni in cui abbiamo fatto delle scelte che hanno cambiato, nell’immediato o con il passare del tempo, il corso del nostro cammino.
I protagonisti di questa vicenda ne fanno tante; alcune ce li fanno sentire vicini perché sono le stesse che ritroviamo nel bagaglio della maggior parte delle persone: decidono di sposarsi, avere o non avere figli, cambiano lavoro, tradiscono, amano, invidiano. Nel racconto di Susana Hernandez, però, a un certo punto qualcosa si rompe e i progetti e i desideri implicano azioni che eticamente vanno al di là dei limiti: da quel momento in poi, ogni singola scelta si rivela inesorabilmente “sbagliata”, a ogni bivio la strada che i personaggi intraprendono sembra essere sempre quella peggiore e porta con sé altri snodi in cui i protagonisti si perdono via via sempre più, fino al tragico epilogo.
Una saga familiare, nella cornice di un tranquillo paesino catalano dove la vita potrebbe scorrere tranquilla lontano dalla folla e dal caos cittadino, in cui bugie e vecchi rancori si intrecciano, passioni e desideri inconfessabili trovano il modo di venire a galla influenzando i comportamenti e distruggendo i rapporti; un noir in cui ogni personaggio racconta la propria versione della storia e rivela l’angoscia che, in maniera più o meno evidente, rode la sua anima e arriva, potente, fino al lettore.
Una deriva in cui nessuno è davvero innocente, in cui le vittime sono sordide quanto i carnefici e in cui, in fin dei conti, a pagare davvero, è l’unica persona che non ha avuto alcuna possibilità di scegliere.
Mimma
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