Piergiorgio Pulixi – Un colpo al cuore

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I romanzi di Piergiorgio Pulixi sono sempre stati, per me, un insieme di tanti elementi: emozione, adrenalina, poesia, musica, personaggi che ti entrano dentro per non uscirne più. “Un colpo al cuore” non fa eccezione, anzi eleva ulteriormente il già alto livello dei suoi scritti.

Mi ero ripromessa di gustarmelo centellinandone la lettura, dopo averlo atteso così a lungo, ma, come temevo, non è stato possibile. L’organizzazione della trama, che ricorda un po’ quella delle grandi serie televisive americane, con il colpo di scena nella “mid-season finale” costringe a proseguire; il ritmo incalzante e la capacità dell’autore di creare immagini vivide che trascendono la parola letta, non lascia scampo fino all’ultima pagina.

Ad indagare sul “Dentista” ritroviamo Eva Croce e Mara Rais, conosciute ne “L’isola delle anime”: a distanza di un anno il legame tra loro si è evoluto in una complicità, forse, inaspettata. Diverse in tutto e per tutto, ma entrambe vittime di profonde ferite passate, che faticano a rimarginarsi, proseguono nella loro relazione che ha il sapore di quei sodalizi cementati dal vissuto comune, che tipicamente si creano quando si lavora gomito a gomito in situazioni emotivamente pesanti o di estremo pericolo. Battibeccano, si prendono in giro, ma si spalleggiano e si proteggono senza esitazione.

Nella “squadra” c’è un elemento in più questa volta: Vito Strega. Il criminologo solitario e affascinante, che è stato il protagonista dei primi due “Canti del Male”, arriva in Sardegna e turba il già delicato equilibrio di (e tra) Eva e Mara e, allo stesso tempo, si trova di fronte alle loro e alle proprie debolezze.

Sono molte, infatti, le corde che il serial killer tocca nei suoi inseguitori, costringendoli ad una introspezione dolorosa in cui il lettore si immerge, guidato dalla sensibilità che l’autore dimostra, ancora una volta, nella comprensione della complessità dei sentimenti umani.

Ma non è solo il profondo dei singoli ad essere turbato e messo in discussione: è soprattutto la società ad essere scandagliata: la sfiducia dilagante nel sistema, l’uso improprio dei social networks, che deresponsabilizzano i singoli, facendoli sentire parte di qualcosa di più grande, all’inseguimento di una giustizia che è tale solo in apparenza. Un ritorno all’ ”occhio per occhio, dente per dente” mascherato da riscatto e risarcimento per le vittime di errori giudiziari, che altro non è che vendetta collettiva, rabbia sociale che sfocia in una giustizia sommaria in cui tutti si sentono benefattori e nessuno colpevole. La conoscenza della psicologia della folla e l’uso che il criminale fa del sistema mediatico, per assurgere al ruolo di eroe, diventano il punto di partenza per una lucida analisi di una attualità inquietante, in cui il dolore e la violenza vengono sfruttati senza il minimo pudore, con cinismo e incoscienza. Intorno a lui personaggi senza scrupoli, pronti a tutto al solo scopo di incrementare gli ascolti, all’inseguimento della visibilità, incuranti di qualsiasi ripercussione o rispetto per la sofferenza altrui.

Sullo sfondo luoghi che prendono vita, dei quali sembra di sentire i rumori e i profumi, l’atmosfera e i sentimenti di chi li abita. La Sardegna è di nuovo protagonista: questa volta è la parte meridionale dell’isola, la zona di Cagliari e i suoi dintorni. Una terra moderna, non certo quella dei “Ladu”, ma sempre suggestiva e viva nella descrizione coinvolgente di chi la ama e l’ha vissuta: il cielo stellato, il vento, il mare, la luce con la sua “sorta di sfumatura lattiginosa, e la morbidezza pingue con cui si adagiava sopra le cose”.

E poi Milano, città di molte solitudini, “pinacoteca a cielo aperto “ospitante“ centinaia e centinaia di quadri di Edward Hopper…permeata dalla stessa solitudine straniante, avvolta da un’atmosfera sospesa e da quei veli di malinconia, arrendevolezza e disillusione che l’artista statunitense aveva saputo cristallizzare ed eternare nelle sue opere. Anche l’aria d’attesa era la stessa”.

La scrittura chiara e lineare di Piergiorgio Pulixi, che è la sua inconfondibile “voce”, è stata ulteriormente curata e rifinita, raggiungendo una nuova eleganza, a testimonianza, non solo delle sue indiscutibili capacità nutrite da uno studio continuo e costante, ma anche di grande attenzione e rispetto per il lettore.

Mimma

 

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