L’ho aspettato per un lungo anno e l’ho divorato in tre giorni. Ma con Maurizio de Giovanni è così: i suoi personaggi ti entrano nella mente e nel cuore e non vedi l’ora di conoscere la nuova storia che hanno da raccontare.
In questo caso poi, c’è stato un valore aggiunto, un’attenzione maggiore data ad un personaggio che mi ha incuriosito e intenerito fin dalla sua prima comparsa: l’ispettore Davide Pardo; in questo romanzo traspare ulteriormente il suo lato più fragile dietro l’apparenza talvolta rude dello scapolo inasprito dalla solitudine, ed è forse lui, tra tutte le figure che ruotano intorno a Sara, quello che, indirettamente, ne mette più in risalto la dote peculiare: ascoltare. Questa credo sia la capacità più notevole della donna invisibile e quella che, in questo momento storico, risulta anche la più stupefacente: nell’era del culto dell’apparenza, una donna che combatte con tutta se stessa ogni tipo di finzione e che sa tacere in un momento in cui tutti alzano la voce per sovrastare gli altri, per disporsi al “vero” ascolto e alla comprensione dell’altro, è forse la rivisitazione più moderna e originale della figura dell’eroe.
E Sara ascolta, questa volta, non solo chi ha di fronte, ma anche i fantasmi di un passato che credevamo di aver conosciuto attraverso i suoi ricordi; ora insieme a lei scopriamo che, nonostante tutte le apparenti certezze, ci sono ombre proprio dove non pensavamo più potessero comparirne. Quel passato perfetto nasconde insidie e verità che vanno al di là della storia personale dei loro protagonisti, ma che riguardano la storia del nostro Paese. Siamo costretti a riflettere ancora una volta su quanto può essere mutevole la realtà se la si guarda attraverso una lente che qualcun altro ci fornisce: ma sappiamo davvero sempre accorgerci di quella lente? E soprattutto, se e quando ce ne rendiamo conto, abbiamo il coraggio che ha Sara di andare a fondo e scoprire, per noi o per eventuali altre vittime inconsapevoli e magari innocenti, che cosa si nasconde dietro di essa?
Anche l’atmosfera intorno ai personaggi sembra in qualche modo congelata, in attesa della scoperta della verità: sullo sfondo una Napoli in bilico tra passato e presente, stranamente silenziosa rispetto al rumore di fondo degli altri romanzi dello stesso autore, ma non per questo meno viva, meno percepibile nei suoi intrichi di vicoli e nelle sue passioni pulsanti sotto la superficie. Parla poco, come la sua città anche Sara, ma ci sa raccontare molto più di tanti altri personaggi del panorama italiano e straniero conosciuti sino ad oggi, con la delicatezza del suo non apparire, pur essendo presenza solida e autorevole.
Ora non resta che aspettare il suo ritorno per capire se e come il passato eserciterà il suo potere sul presente e per riprendere i numerosi fili lasciati in sospeso.
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