Dire che Giampaolo Simi è tra le voci migliori e più articolate dell’attuale e variegata compagine gialla italiana sembra quasi scontato. Chi ha letto i suoi libri – Cosa resta di noi, La ragazza sbagliata, Come una famiglia, solo per citare gli ultimi – sa bene quanto Simi sia abile a mescolare una trama gialla con il contesto sociale in cui si svolge, a indagare in modo acuto e talvolta spietato non solo sul delitto, ma sulle vite dei personaggi: la loro provenienza sociale, le passioni e le vigliaccherie, le storie personali e i drammi interiori.
I giorni del giudizio potrebbe definirsi un legal thriller poiché gran parte del romanzo altro non è che lo svolgersi del processo contro Daniel Bonarrigo, proprietario della catena ‘Italian food&more’ costituita da ristoranti sparsi nel mondo dove è possibile gustare l’eccellenza del cibo italiano, accusato di aver ucciso la moglie Esther e il presunto amante di lei, il giovane Jacopo Corti. Un delitto efferato, un massacro a colpi di lama avvenuto nella meravigliosa Villa della Lucchesia di proprietà della coppia Bonarrigo, La Falconaia.
Chiamati a costituire la giuria popolare della Corte d’Assise che deciderà della colpevolezza o dell’innocenza del Bonarrigo, sei personaggi. La bibliotecaria ultracinquantenne Iris, l’infermiere in precoce pensione Terenzio, lo youtuber ed esperto di videogiochi italiano ma nato in Scozia, Malcolm, l’emigrato ora cittadino italiano Ahmed, la ex Miss proprietaria di una boutique di lusso a Viareggio, Emma e per finire la trentenne eternamente precaria Serena. Sei italiani diversissimi fra loro, ma rappresentativi, ciascuno a proprio titolo, del nostro Paese.
Dopo l’iniziale resistenza a ricoprire l’incarico per il quale sono stati sorteggiati, li vedremo interagire con la giudice Nicola e il giudice a latere Fassi, prodighi di spiegazioni sullo svolgersi del processo, il formarsi delle prove e il modo in cui ci si aspetta che una giuria prenda le proprie decisioni nei confronti dell’accusato. E qui, per i profani della materia, si apre un mondo che Simi è bravissimo a descrivere e spiegare senza mai, neppure per un istante, annoiare il lettore. Intorno al processo si accaniscono televisioni, stampa e opinione pubblica come tante volte abbiamo visto accadere. Difficile per i giurati mantenersi al di sopra della mischia e della ridda di ipotesi e illazioni che li bersagliano da ogni parte. Difficile persino sfuggire ai tentativi mirati a influenzare alcuni membri della giuria, visto che dietro il presunto colpevole c’è un impero economico di grande entità.
Ma la grande bravura di Simi risiede nel raccontarci tutto questo, e molto di più, attraverso ogni singolo giurato. Quanto la vita di ciascuno di loro, le esperienze passate e presenti, i rapporti umani che si instaurano poco a poco nel piccolo gruppo saranno determinanti nell’influenzare la decisione finale? Sei esseri umani i quali, ciascun giorno della loro vita, devono non solo occuparsi di stabilire, seguendo il dibattimento processuale, l’innocenza o la colpevolezza di un altro essere umano, ma nel contempo sbrogliare la contorta matassa delle proprie esistenze: le difficoltà incontrate sul lavoro, un matrimonio che non sta più in piedi, un passato fatto di sogni non realizzati e un presente grigio e deprimente, l’incomunicabilità e il disamore di figli e compagni, la solitudine scelta o che li ha scelti. Sei esseri umani, un microcosmo che nelle sue passioni e reazioni rappresenta uno specchio impietoso dell’umanità intera.
Sei esseri umani che finiranno per ritrovarsi, d’improvviso e vista la risonanza mediatica del processo, sotto i riflettori con tutto ciò che questo comporta, nel bene e nel male.
Il racconto del processo e delle vite dei giurati offre all’autore una splendida occasione per narrare un’Italia stremata e confusa, arrabbiata e assetata di una giustizia di cui, alla fine, poco si sa, vuoi per ignoranza, vuoi per la complicazione nel capirne i meccanismi e quindi vituperata e disprezzata.
Un Italia che si riflette, come una metafora surreale, nei giorni frenetici dei Lucca Comics & Games, meravigliosa fiera della fantasia e del mondo virtuale dei videogiochi, descritta da Simi in modo magistrale. La grande fuga dalla realtà.
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