Annamaria Blogna – Quel che passa il convento

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Nel descrivere l’atmosfera, le vicende dei personaggi, il loro rapporto con sé stessi e con la loro realtà Quel che passa il convento condivide diverse caratteristiche con i testi che sapientemente De André sapeva accompagnare con la sua chitarra.

Ritengo che Quel che passa il convento avrebbe potuto essere un inedito del disco In direzione ostinata e contraria.

Nel racconto emerge l’amore per una terra e per la sua storia, una storia che troppo spesso si rischia di trascurare per seguire interessi e speculazioni.

Dora, la protagonista del racconto, ha saputo seguire la sua strada di giornalista, costruendo giorno per giorno la sua prospettiva. Questo è un carattere comune a tutti i personaggi che seguono un percorso di formazione caratterizzato da diverse (e inaspettate) sfaccettature.

Nel libro sono sapientemente dosate le storie dei singoli personaggi che si intrecciano col racconto della vicenda riguardante il futuro del Convento di Santa Brigida.

Quelli che potrebbero sembrare dei “vinti verghiani” si rivelano essere, alla fine, vincitori. Il racconto, uscendo dallo schema che ci si potrebbe aspettare, dona al lettore un epilogo inatteso.

Nelle ultime pagine, con una nota di originalità, vengono presentate le ricette dei dolci citati nel racconto.

Ma la ricetta che più colpisce, tra quelle contenute nel libro, riguarda la modalità con cui poter affrontare gli ostacoli della vita: “Se senti di agire giustamente, anche se le persone a cui tieni di più ti remano contro, non puoi che interpretare certi avvenimenti come un segno divino”.

 

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