Barbara Fiorio – C’era una svolta

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Dissacrante, ironico, cinico, comico. La svolta del c’era una volta. L’antitesi del vissero tutti felici e contenti.

Occhei, che il lieto fine delle favole fosse sovente una variante dell’originale ideata apposta per non turbare i sonni dei bambini più sensibili non era certo un segreto. Che l’incanto fotografato da Disney nella trasposizione cinematografica delle più conosciute opere di Perrault e dei Grimm fosse del tutto funzionale a suscitare esclusivamente emozioni positive era prevedibile. Ma ad una lettura tanto irriverente non era scontato arrivarci…

Avete presente Cappuccetto rosso? Ricordate il finale secondo cui arriva il cacciatore a salvare lei e la nonna dalla pancia del lupo-cattivo? Ecco; nell’originale di Perrault non esiste. Non solo le due vengono divorate e addio lieto fine, ma il vivace e spensierato autore mette nero su bianco anche la morale, nel caso qualcuno avesse avuto dubbi sull’interpretazione del testo: «Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n’è un tipo dall’apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!». Praticamente roba da cronaca nera. Voilà, la fiaba è servita!

E allora, se non avete paura che i vostri sogni infantili vengano infranti in un amen, scorrete con attenzione le pagine di C’era una svolta. Se non ci aveste mai fatto caso prima, date un’occhiata all’immagine che principi e principesse (e co-protagonisti e comparse…) danno di sé ad un occhio disincantato. Non ne escono benissimo, come si suole dire…

L’occhio disincantato è quello di Barbara Fiorio. Ma forse non è una questione di disincanto. E’ la straordinaria capacità di leggere ciò che tutti conosciamo pressoché a memoria con una prospettiva diversa. Analizzare personaggi ed azioni con occhio critico e razionale (ed umoristico, tanto umoristico). E anche con un po’ di turpiloquio seminato sapientemente qua e là, che – a proposito di cinismo – non guasta mai. E’ così scontato che Biancaneve accetti senza esitazione la mela offerta dalla strega? Tanto bella quanto stupida, insomma… Ecco, C’era una svolta è una collezione, al limite del geniale, di favolosi paradossi. Ce n’è per tutti. Riderete. Riderete tantissimo. E, perché no, magari scoprirete qualche dettaglio poco noto.

Certo, il rischio è che poi il significato di cavalli di battaglia del romanticismo spicciolo da baccaglio tipo “Sei ‘na favola”, “Mi fai vivere una favola” ne esca un tantino ridimensionato. Ma, in fondo, forse, servirà anche per capire che la realtà è meglio delle favole… ma non ditelo ancora ai vostri bambini! Con buona pace del buon Disney e delle sue rivisitazioni!

 

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