Il suggeritore è un romanzone con molti personaggi, una trama fitta di avvenimenti e vicende che devono essere lette con attenzione. Era e sempre sarà un libro attualissimo. Sei ragazzine rapite e mutilate, alcune uccise, sono l’incipit e il filo narrativo di una storia che non dà tregua e che esplora le zone tenebrose della mente di un serial killer; lui è un estremo mentre all’altro capo troviamo una task force di specialisti impegnati ad aggredire il problema con ogni mezzo possibile. L’identità dell’omicida sarà un mistero che spetta al lettore risolvere insieme a quel gruppo di poliziotti che imparerà a conoscere attraverso pagine impregnate di rabbia, rancore e sangue. C’è un aspetto che ho subito apprezzato e che definirei come l’anonimato dell’ambientazione. Carrisi, infatti, ci descrive una città scossa e impaurita da misteriose sparizioni e macabri ritrovamenti senza mai accennarne il nome. Mi piace quando un autore decide di lasciare libertà assoluta al lettore sul come immaginarne ogni quartiere e angolo; un libro scritto su misura per chi lo ha tra le mani. Voglio spendere qualche parole anche su alcuni dei protagonisti partendo dal serial killer: una figura di certo squallida ma che affascina; è lui che conduce il gioco e che ne manovra i meccanismi. Una figura che non si riuscirà mai ad individuare se non alle battute finali e per la quale vi chiederete se esista davvero oppure no. Ci sono poi Goran Gavila e Mila Vasquez che sono i veri leader della task force, nonostante lei sia l’ultima arrivata e subentri solo ad indagine avviata saprà ritagliarsi uno spazio privilegiato. Tenete a mente che la sua grande capacità è quella di ritrovare le persone scomparse. Boris, Stern, Roche, Kreep, Sara Rosa, ecc… si aggiungono come contorno ai due ma non sono da sottovalutare, specialmente l’ultima. Una critica qui la voglio fare. Si percepisce che sono tutti personaggi con una storia più o meno difficile ma non c’è un approfondimento che ci permette di venirne a conoscenza. Avrei voluto che Carrisi esplorasse maggiormente il vissuto degli uomini e delle donne creati dalla sua penna, magari al posto di quei paragrafi somiglianti ad estratti di volumi di criminologia forense che mi hanno poco incuriosito e molto annoiato.
E’ stato interessante scoprire come vengono catalogati gli assassini seriali e addentrarsi nei loro modi di agire. E’ da qui che nasce il titolo del romanzo: il suggeritore è quel serial killer che non agisce mai in prima persona ma, giocando sulla psiche dei suoi ‘discepoli’, inculca in loro la convinzione che uccidere qualcuno per un certo fine sia giusto. L’esempio forse più conosciuto è stato Charles Manson. Donato Carrisi dimostra una notevole padronanza del linguaggio, è perfettamente consapevole di dove vuole arrivare e di cosa vuole scrivere. Sa come depistare il suo lettore: alle volte nella giusta direzione e alle volte su un fuori strada tumultuoso e impervio. E’ meticoloso e preciso, se ripenso a quei tanto odiati ‘passaggi forensi’ di prima devo ammettere che sono sintomatici di una profonda conoscenza della materia. Tutti campi in cui sa muoversi con abilità. Si percepisce lo studio che sta dietro. Le descrizioni penso siano il suo punto di forza, di grande impatto visivo ed emotivo.
Donato Carrisi scrive un grande romanzo d’esordio. Un thrillerone di quelli potenti, cosa che fino alla pubblicazione era appannaggio dei grandi autori americani. Sicuramente non mi metto a confrontarli, laggiù è dove il genere è nato e ci sarebbe ben poca competizione ma Il suggeritore si distingue e reinventa le regole di un gioco fatto di ombre, multiple personalità e incubi abilmente celati. Ho scoperto un ottimo scrittore e capitano che ha saputo guidarmi lungo la prima tappa di un lungo viaggio alla scoperta del noir.
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