Nathan Fawles, celeberrimo scrittore grazie a tre romanzi pubblicati, ha deciso di smettere di scrivere. Per sempre. Siamo nel 1999 e la sua decisione è irrevocabile, definitiva, assoluta. Fawles si ritira in solitudine in una splendida e inquietante Villa, la Croix du Sud, sull’isola mediterranea di Beaumont, luogo selvaggio e di maestosa bellezza nonché meta di un turismo rispettoso della natura e molto particolare.
Quasi dieci anni dopo, Raphaël Bataille, voce narrante della vicenda, approda a sua volta a Beaumont. Lo scopo dichiarato è lavorare nell’unica libreria presente di proprietà del Signor Audibert. Il quale ha però deciso di chiudere l’attività e ha bisogno di Raphaël all’unico scopo di eseguire un accurato inventario in vista della vendita. I tempi sono cambiati e Monsieur Audibert sostiene con profonda amarezza quanto segue:
“… Nel corso degli anni, le vendite sono crollate e qualsiasi sforzo di risalire la china è stato vano. Del resto, lei sa come siamo messi: i poteri pubblici lasciano tranquillamente prosperare i giganti della rete, che in Francia non sono soggetti a nessuna tassazione.”
Inutili le vibrate proteste del giovane Raphaël il quale, non di meno, si applica a restituire colore e attrattiva al vecchio e polveroso negozio. In realtà, il nostro giovane amico è a Beaumont per uno scopo ben preciso: incontrare Nathan Fawles, di cui è un fan sfegatato, e sottoporgli il suo primo libro al fine di ottenerne un parere. E benché Monsieur Audibert lo sconsigli vivamente anche solo di avvicinarsi alla villa – corre voce che Fawles non abbia remore a cacciare gli intrusi a colpi di fucile – Raphaël non demorde e in sella alla sua bicicletta raggiunge la Croix su Sud. Qui, dopo molto penare e un vivace scambio di battute e fucilate con Fawles, entrerà infine nelle sue grazie e riuscirà persino a consegnargli il proprio manoscritto.
Questo non è che l’inizio di una storia lunga, complessa e molto intricata che vedrà la sparizione dell’amato cane di Fawles, l’arrivo sull’isola della giornalista svizzera Mathilde Monney e il ritrovamento su una spiaggia del corpo martoriato di una sconosciuta. Cosa li lega fra loro?
Di sicuro, da questo momento in poi nessuno ci apparirà più come lo abbiamo conosciuto all’inizio del racconto.
Guillaume Musso gioca con i suoi lettori utilizzando con maestria un vasto arsenale fatto di libri, cognomi, località e situazioni che rendono questa Vita segreta degli scrittori un divertente rebus da risolvere. Ben presto, agli iniziali protagonisti, si aggiungeranno altri personaggi e la vicenda si tingerà di un giallo acceso tendente al thriller.
In definitiva, quella che Musso ci propone con questo insolito romanzo, è una riflessione sullo scrivere e sull’essere scrittori; su come una storia sepolta nella mente di chi scrive possa condizionarne la vita, le scelte e il destino; su come ogni libro ne richiami un altro, simile a una calamita fatta di frasi, ricordi, emozioni. Moltissimi, come dicevamo, i libri citati nel racconto sia dai protagonisti che dall’autore stesso all’inizio di ogni capitolo. E tutti con un senso e uno scopo precisi.
Alla fine, sarà Raphaël stesso a condurci sani e salvi attraverso il labirinto letterario sapientemente costruito da Musso fino a un finale assai enigmatico poiché è più che vera la citazione di Philip Roth che Musso utilizza insieme a molte altre di diversi e noti autori:
“Il romanzo fornisce a chi lo inventa una trama menzognera in virtù della quale esprime la sua indicibile verità.”
Ti interessa acquistare questo titolo? Vai allo store!
Verifica la disponibilità in biblioteca
Visualizza la mappa delle biblioteche