Cristina Frascà – Egò. La ricetta dell’amore su misura

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Avete presente un romanzo ottocentesco, come quelli di Jane Austen, delle sorelle Brönte o di Virginia Wolf, e i film americani degli anni ’60, tipo “Colazione da Tiffany” con la splendida Audrey Hepburn o “Non mangiate le margherite” con la frizzante Doris Day? Ecco, Egò. La ricetta dell’amore su misura ha il sapore di un bel romanzo d’altri tempi contaminato dalla vivacità di una commedia cinematografica in bianco e nero, il tutto condito con una buona dose di sentimento e di rosa, senza mai precipitare nel melenso.

Il romanzo si snoda tra Torino, la Francia e la Toscana (in questo caso viene citato un paesino medievale di Castagneda che è un’invenzione dell’autrice). L’avventura torinese di Blanche, la protagonista, dall’apertura dell’atelier, poi atelier-ristorante, all’entrata in scena di tutti gli altri personaggi, sempre ben disegnati da Cristina Frascà, mi ha fatto venire voglia di leggere avidamente per vedere come andasse a finire. Un po’ me lo aspettavo, ma non lo dico con tono da saputella, piuttosto perché speravo finisse così. E non aggiungo altro…

Insomma, qui il rosa è condito con una buona e ottima dose di ironia, allegria, poesia (sì, anche quella) e, qui e là, una velata malinconia. Il tutto dosato con bravura, anche nei passaggi dal presente al passato. E, ogni tanto, un po’ di romanticismo non fa male come non fa male avere la ricetta originale della tarte tatin, perché sì!, l’autrice l’ha inserita nel romanzo e sta a chi legge scoprirne il motivo e, perché no?, prepararne una.

 

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