Leggendo questo libro viene da chiedersi: ma chi è l’autore? Un adolescente? Il genitore di un adolescente? O un alieno che si è abusivamente introdotto nel cervello di un adolescente? E se non lo è come fa a interpretarne così bene i sentimenti, le paure, gli slanci, le paranoie e le ansie come esattamente le proverebbe un/una sedicenne o un suo genitore? No, Riccardo Gazzaniga non è nulla di ciò, né adolescente né genitore, tanto meno un alieno, ma è un umano. Molto, molto umano. Questa meravigliosa e triste storia è tutta impregnata di umanità, ogni pagina ne trasuda, nelle sue più belle e più brutte sfaccettature.
Colpo su colpo, come il titolo, questo romanzo ti sfida, ti assedia, ti mette all’angolo e ti sfinisce, perché quando giungi alla fine non hai più energie, come dopo un incontro sul ring. Ti ha prosciugato, tanta è l’intensità della lettura e il coinvolgimento.
È la storia di Giada, sedicenne di Genova, alle prese con le scoperte della vita, in primis della sua sessualità che non è esattamente “regolare” come mamma Simona e papà Paolo vorrebbero che fosse. Già, perché alla loro bambina piacciono le ragazze! Giada ama Erica, per la precisione, la sua compagna di classe, nonché migliore amica, o se vogliamo dire “fidanzata”. Simona e Paolo lo scoprono accidentalmente e non riescono a farsene una ragione. Paolo, poliziotto in servizio alla volante, ci prova, si sforza, si mette in discussione. Non così Simona, rigida e piantata nelle sue convinzioni, oltretutto vincolata dal fatto che la sua carriera sta per spiccare il volo grazie alla Fondazione Coraggio e vita, capitanata dal brillante Andrea Canova, manager in ascesa dalle innegabili simpatie di destra.
Giada vive un momento di grande confusione e fragilità: lei stessa ancora non si conosce, non conosce le sue straordinarie potenzialità così come non ha idea dei suoi limiti . Si sta sperimentando: in famiglia, nelle relazioni d’amore, con la scuola, gli amici e soprattutto sta imparando quanto crudele e violenta possa essere la vita, soprattutto se non si è omologati e accettati dagli altri. Claudio e Michael, il “figo”della scuola e il suo fedele gregario, la bullizzano per la sua omosessualità, o semplicemente la prendono di mira perché è nella natura umana individuare un elemento più debole per soverchiarlo e dichiarare in questo becero modo la propria superiorità. Ma Giada, che pratica a livello agonistico la “savate”, la boxe francese, è abituata a lottare e non ha paura dello scontro fisico: alle provocazioni omofobe dei due bulli reagisce, aggredendoli fisicamente e impartendo loro una bella lezione, davanti agli occhi di tutta la scuola e ahimè, anche dei professori. Questo increscioso incidente trascinerà la ragazza in una serie di conseguenze molto gravi, dalle quali riuscirà a riscattarsi grazie all’aiuto del suo allenatore di savate, Ruggero De Roma, che a suo tempo era stato anche l’allenatore di suo padre e al quale è ancora legato da profonda amicizia.
Ruggero De Roma è un personaggio bellissimo, struggente, misterioso, con un passato terribilmente doloroso. Il vecchio campione insegna alla giovane allieva come incassare i colpi, come ammortizzarli per poi trasformarli in attacchi micidiali, e non solo sul ring, lavorando con grande rigore e disciplina. Giada dal canto suo si impegna ad assorbire le preziose lezioni impartite dal suo maestro, raccogliendo durante i faticosissimi ed estenuanti allenamenti ogni briciola di insegnamento che possa aiutarla a prevedere e ad affrontare le incursioni del nemico, che sia questo un’avversaria che la sfida sul ring, che siano i suoi genitori, i professori o , peggio ancora, quei malvagi dei suoi compagni che arrivano addirittura ai ricatti e alle molestie fisiche vere e proprie.
La vita di Giada, come spesso accade agli adolescenti, è un altalenarsi di emozioni sconvolgenti ed eccitanti e di depressioni spaventosamente annichilenti. Nel dipanarsi della storia la nostra ragazza passa dalla gloria esaltante alla disperazione più cupa, che la porta a gesti estremi: qui la narrazione si fa serrata, incalza, afferra il lettore alla gola e lo inchioda alla pagina impedendogli di scollarsi fino all’epilogo, in un turbinio di emozioni, lacrime e brividi. Sullo sfondo c’è Genova, con poco mare e molto traffico, sembrerebbe volutamente più brutta e grigia di quanto non sia realmente, coi suoi quartieri popolari e la sua viabilità terribilmente caotica, sopratutto dopo il crollo del ponte Morandi, che in questa storia assurge a un ruolo tutt’altro che marginale.
Colpo su colpo, esattamente come il titolo, questo romanzo ti fa breccia nel cuore. Riccardo Gazzaniga è davvero bravo e se , come dice lui stesso in una recente intervista, l’obiettivo fondamentale resta quello che il lettore voglia girare le pagine velocemente, per capire come andrà a finire, lo possiamo rassicurare: ci è riuscito benissimo.
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