“Forse ogni città dovrebbe possedere un repertorio dei pazzi, così come di ogni città esistono le guide dei ristoranti e degli alberghi.” Questo dice Roberto Alajmo, autore de Repertorio dei Pazzi della città di Palermo (scheda | recensione). Tutto il mondo è pieno di gente strana e quindi perché non raccontarlo? Così Paolo Nori, in accordo con la casa editrice Marcos y Marcos, dopo aver chiesto l’autorizzazione a Roberto Alajmo, inizia questo viaggio nel delirio delle varie città italiane, delineando così una vera topografia della pazzia.
Torino è la mia città (per citare un altro scrittore che apprezzo) e, a differenza di Palermo, nelle descrizioni di Nori ho riconosciuto alcuni illustri concittadini e altri meno famosi che hanno caratterizzato la mia vita da universitaria come il ragazzo che vendeva accendini e braccialetti di fronte Palazzo Nuovo o quell’altro che in via Poti donava un foglietto in cui c’era scritto “ti regalo un pezzo di universo”.
La follia di Torino vi condurrà in tutte le vie e i quartieri della città sabauda da Porta Nuova a Corso Ferrucci, dalla Crocetta a Corso Giulio Cesare, da Piazza Carlina a via Bava. E non mancheranno le zone limitrofe della prima cintura: Collegno con la Certosa dove Giorgio Coda era sicuramente più folle dei pazienti che curava, Stupinigi e il povero elefante Fritz che, impazzito di dolore per la morte del suo guardiano, quasi non uccise il suo successore e fu poi abbattuto in maniera disumana in quanto troppo costoso per le casse reali.
Il lettore più attento ripercorrerà un po’ di Storia d’Italia, con i suoi miti veri o presunti (Gigi Riva, Fred Buscaglione e i Savoia) e i suoi scandali (gli Elkann, Carlo Mollino e le duemila foto ritrovate nelle buste bianche della sua villa in collina). E se dopo aver letto un po’ dei matti di Torino la vostra curiosità non si fosse saziata, vi consiglio di proseguire l’itinerario con Milano, Genova, Bologna e Roma perché… la normalità è un concetto relativo!
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