Questa volta ho fatto un magnifico viaggio: letto il titolo mi sono trovata in una Sardegna completamente sconosciuta.
Piergiorgio Pulixi, scrive in una maniera speciale: il suo modo di condurre le danze tramite le parole è assolutamente meraviglioso, non ci si stanca, non ci si stufa, non ci si perde. Sì, non ci si perde, perchè la più grande magia di questo libro, dopo la bravura dello scrittore a usare le parole, è una doppia storia. Due storie legate con una capacità straordinaria, in una straordinaria Sardegna.
Conoscere le due ispettrici Mara Rais e Eva Croce è stato un onore. Due meravigliose donne, che si trovano a collaborare sullo stesso caso, ma non potrebbero essere più diverse. Non si fidano l’una dell’altra fin dalle prime pagine, ma il lavoro vuole che in qualche modo le due debbano trovare una soluzione per arrivare alla fine del caso.
Le ho amate tutte due, per motivi diversi, per modi di affrontare la vita, per modi di difendersi dal mondo spesso troppo maschilista e troppo complicato; durante la storia imparerete a conoscerle, vi verrà svelato poco alla volta il perchè delle corazze che si sono costruite per poter continuare a svegliarsi all’alba del giorno dopo.
Un’indagine moderna legata a un cold case: qui sarà meraviglioso conoscere un popolo di una Sardegna chiusa, dove riti e usanze del passato vi faranno scoprire una popolazione legata alla terra, alle colture, all’importanza dell’acqua per il raccolto, alla necessità di rinunciare a qualcosa per poterlo donare alle Dee e a tutto quello in cui queste persone credono.
Un libro consigliatissimo, prima ancora della storia, per questo magico modo che identifica Piergiorgio Pulixi: il modo in cui scrive. Una volta scoperto difficilmente riuscirete a farne a meno.
Mara Rais e Eva Croce ci terranno a breve compagnia con una nuova indagine? Se volete scoprirlo seguiteci.
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