Marghe ha patteggiato un’accusa di favoreggiamento ad attività terroristiche. Marghe ha barattato l’onore ed i principi di una vita per uno sconto sulla pena e gli arresti domiciliari. Ha una famiglia straordinariamente normale che l’aspetta a casa. E dei compagni pronti a fargliela pagare. Rapporti controversi fatti di scontri e complicità. Ma Marghe sa di aver tradito le proprie idee ed i propri complici. E’ ancora una giovane adolescente e fatica a trovare la giusta direzione delle cose. Idee e convinzioni sociali ben radicate che si mescolano forzosamente con azioni estreme e poco convincenti. L’età più rivoluzionaria, l’adolescenza, vissuta nel rivoluzionario periodo del terrorismo.
Impeto ed incoscienza di un’età difficile, quella in cui si comincia a misurarsi con il mondo, che si scontrano continuamente con l’impotente tentativo di razionale protezione familiare. Azioni ignobili per sostenere valori condivisibili. Principi da urlare con violenza in faccia al mondo ma dai quali proteggere con decisione gli affetti più cari.
C’è tutto questo in Cose più grandi di noi. Il ritratto della Milano dei primi anni ’80 agli sgoccioli degli anni di piombo; un contesto tanto confuso da essere ancora oggi inquadrato indifferentemente come «terrorismo di sinistra», «eversione di destra» o «stragismo di Stato». Anni di estrema confusione sociale e politica in cui buono e cattivo, giusto e sbagliato si mescolano in maniera irragionevole ed imperscrutabile in ragioni fatte di violenza, stragi e sangue.
Giorgio Scianna, con questo romanzo, fa una cosa per nulla semplice. E la fa bene. Affronta una tematica assai complessa e nebulosa e la disegna attraverso gli occhi della semplicità e dell’illusione adolescenziale. Butta sul tavolo briciole di questioni tutt’oggi irrisolte e genera nel lettore un’irrinunciabile curiosità che rievoca dolorosi ricordi in chi c’era e porta inevitabilmente alla voglia di documentarsi ed approfondire. L’ambigua ed irrisolta posizione dello Stato, la violenta lotta contro il potere, le dissennate azioni dimostrative, la prima legge sui pentiti e gli sconti di pena. Tutto filtrato dallo sguardo di una giovane ragazza la cui unica colpa, in realtà, sembra essere quella di avere smanie di equità sociale e di non intuirne la deriva verso la lotta armata. Salvo poi lasciarsi travolgere, fatalmente, da cose più grandi di lei.
Pagine da assorbire tutte d’un fiato. Grande esercizio di leggerezza intelligente: argomento scomodo e cupo illuminato attraverso il tratteggio di soggetti credibili e straordinariamente speciali nella loro ordinarietà.
Non resta che scegliere se immedesimarsi nell’incosciente, tormentata e pura ideologia di Margherita, nel caloroso e rispettoso affetto del padre, nel razionale ed amorevole distacco materno o nella stralunata empatia del fratello Martino. O trovare qualcosa di noi in ciascuno di loro.
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