Non sono avvezza a leggere biografie, infatti mi sono chiesta, iniziandola, in che modo avrebbe potuto attrarmi conoscere la storia di questa persona, per altro universalmente nota; ma proprio perché di una persona e non di un personaggio si parla, ho trovato questa lettura estremamente gradevole e interessante. La curiosità poi di sapere quali potessero essere le origini di una First Lady, così iconica e nello stesso tempo così popolare, è stata una spinta sufficientemente forte da farmela divorare tutta di un fiato.
Michelle Obama è stata recentemente eletta “La donna più amata negli Stati Uniti”, ed è in effetti una delle First Lady più celebri fra tutte. Ma come ha fatto un’umile ragazza di colore appartenente alla working class di Chicago, proveniente dal South Side, mica dai quartieri alti, figlia di operai, bis-bis nipote di un qualche anonimo schiavo sepolto in chissà quale piantagione del South Carolina, come ha fatto, dicevo, a salire sul tetto del mondo, a calcare i palcoscenici più in vista, da quelli politici a quelli televisivi e ad esercitare con il suo charme e con la sua personalità così tanto potere persuasivo?
Ha scelto il marito giusto, verrebbe da dire. Oppure è stato Barak Obama così fortunato da trovare una moglie alla sua altezza? Una risposta certa ovviamente non c’è. Di certo c’è che questa coppia così bella e innamorata, così unita e anche tanto invidiata ha cambiato la Storia, non solo quella degli U.S.A. ma dell’intero mondo, lasciando un’impronta veramente significativa.
La nostra protagonista intitola la sua biografia “Becoming-la mia storia” cercando di spiegarci la magia del “divenire” e non crediate che la prima parte, quella della Michelle Robinson non ancora Obama sia meno affascinate del dopo-Barak. Quest’opera è rigorosa e impegnativa quanto la sua autrice, si compone di oltre 600 pagine e se a un primo approccio può sembrare troppo lunga, alla fine si apprezza il fatto che non si sia voluto trascurare nessuno dei tanti episodi, aneddoti, personaggi e situazioni che hanno permesso proprio il suo “divenire.
Troviamo la bambina cocciuta e orgogliosa a caccia di stelline dorate da esibire attaccate al petto; la nipotina ribelle che prendeva lezioni di piano dalla rigida e inamovibile zia Robbie; la devota figlia del sig. Robinson, che con tutta la fatica della sua malattia degenerativa non ha mai perso un giorno di lavoro.
Incontriamo la ragazza determinata a trarre dalla scuola tutte le opportunità possibili per cambiare il suo futuro, che non smette mai di chiedersi “Sono brava abbastanza?” per dimostrare sempre e ogni volta di più che sì, altroché se lo è. Conosciamo la giovane donna innamorata che capisce al volo che quello che è entrato dalla porta dello studio legale dove lavora è, e sarà per sempre, l’uomo della sua vita e la mamma affaticata e arrabbiata, che va a letto col muso perché il marito troppo impegnato non arriva mai a casa in tempo per cena.
Sono le cento, mille Michelle che ci portano in fine a conoscere quello che è il personaggio pubblico tra i più noti al mondo, offrendocelo però nella sua più nuda e cruda vulnerabilità.
Nel libro si sorride per la First Lady che incontra sua Maestà la Regina Elisabetta e con lei si lamenta a fine serata del mal di piedi per le scarpe strette, o per la fuga di soppiatto, in pantaloncini e infradito con la figlia adolescente, per uscire di nascosto in giardino e vedere la Casa Bianca illuminata per il Gay Pride Day. Ci si commuove per le visite ai soldati superstiti e ai troppi funerali di bambini e giovani uccisi dalle armi da fuoco e si condivide la fatica estenuante per le campagne elettorali, così come le trepidanti attese dei risultati.
Sì, perché la narrazione è così efficace che non perde mai di interesse, benché la storia sia ben nota! Ma se sappiamo già tutto, perché a portata di Internet, tutto gia visto, letto e sentito – considerando che per quasi un decennio la First Family è stata in pasto ai giornali e alle TV di tutto il mondo – allora quale è il valore aggiunto di questa biografia? Secondo me Michelle Obama ha voluto trasporre su carta quello che è stato il leitmotiv della sua vita: “Sono brava abbastanza?”, non per raccogliere consensi e complimenti, direi che a conti fatti di quelli non ne abbia ormai più bisogno, ma per infondere ottimismo e fiducia e incoraggiare tutti coloro che, pur partendo svantaggiati come lei, vogliono trarre dalla loro vita il massimo delle possibilità. Raccontare come impegno e determinazione possano dare senso alla propria esistenza.
Divenire = Evolversi, crescere senza mai smettere di migliorarsi.
Dalle sue parole traspare chiaramente che per lei ottimismo e fiducia sono doveri improrogabili nei confronti delle generazioni future e vivere una vita straordinaria, dimostrando che lo straordinario può essere alla portata di tutti, trovo che sia una bellissima lezione.
Ti interessa acquistare questo titolo? Vai allo store!
Verifica la disponibilità in biblioteca
Visualizza la mappa delle biblioteche