Finalmente è tornato Antonio Mesisca a farci ridere! Sento già le voci di qualcuno di voi che chiede: ma non è un noir? Si vero, è un noir, ma diverso dal solito: abbiamo il morto nelle prime tre pagine del primo capitolo, sappiamo anche chi è stato e cosa l’ha spinto a uccidere, non abbiamo un commissario o un ispettore che primeggia nella storia, ma non sappiamo assolutamente il perché il malcapitato si sia trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato; impossibile mollare il libro prima di averlo scoperto.
Di qui parte il nostro (i libri una volta in commercio diventano dei lettori) insolito giallo. Nemmeno da dire che il protagonista principale sarà l’assassino, che riuscirà involontariamente a contornarsi di una squadra che vorrebbe andargli in aiuto, ma che riesce per mille motivi a combinare solo danni e a trasformare un evento casuale in un tragico evento.
Dovrete leggerlo per capire questo mio giro di parole, ma dovrete leggerlo per divertirvi e per capire quanta ironia riesca a introdurre nella storia Antonio Mesisca, partendo da una banale ferramenta e un evento di società che oggi sempre più spesso ci troviamo a fronteggiare: un cliente moroso.
Scrittura tagliente, divertente, forse un po’ troppo carica di parolacce (siete avvisati se non amate l’interloquire del mondo moderno), ma di una verità assoluta e lucida, costruita con maestria intorno a un’insolvenza.
Il titolo racconta solo una delle tante azioni che l’assassino, o chi per lui, decide di compiere, per tutto il resto niente della vostra fantasia si avvicinerà così tanto a quello che “la squadra” riuscirà a mettere in atto.
Iniziatelo e non ve ne pentirete, perché se non lo avete letto solo per compagnia alla fine vi resterà da meditare: persino vendendo bulloni e prese elettriche si possono avere guai!
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