Un libro che si lascia leggere volentieri, Il grande inganno di Marco Revello. Uno spaccato di una vita, un rincorrere una società fatta di apparenze, quelle apparenze che in caso di bisogno serio ti girano le spalle.
La scrittura scorrevole, spesso è tagliente per quanto riporta la verità; leggendolo mi sono riconosciuta in tante azioni, mi sono immedesimata in quello che vediamo con gli occhi, ma non vediamo con la mente e con il cuore, ho riconosciuto quello che sempre più spesso gli umani fanno: girarsi dall’altra parte per non vedere e per non prendere coscienza, sempre pronti a gettare sentenze, a inserire paletti, a etichettare quello che si ritiene diverso.
Pensiamo di condurre una vita felice e spensierata: casa in collina, macchina sportiva, ultimo modello di telefono, scarpe sempre lucide e mai con la suola consumata, sediamo su poltrone da manager, agli ultimi piani di grandi stabilimenti o grandi multinazionali, percepiamo stipendi con tanti zeri; poi un giorno il vento cambia, non ci sono più possibilità per risalire la china, bisogna accettare che non eravamo un pilastro indissolubile della società, ma solo una pedina, e allora tutto quello che pensavamo di aver costruito, tutto quello che luccicava di colpo si appanna, diventa salita, fatica, chi pensavi amico ti gira le spalle e la vergogna subentra a peggiorare le cose. Si fallisce, si fallisce sempre più spesso di quanto uno voglia ammettere.
Veramente una bella storia, molto reale e scritta decisamente bene a mio avviso, unico neo, ma probabilmente per una mia intolleranza, troppi cambi di tempo, e spesso ho faticato a centrare il periodo per l’assenza di nomi propri a identificare il personaggio.
Leggetelo, la società di oggi analizzata dalla parte di un ricco e un barbone fa sempre bene per mettere a fuoco cosa ci gira intorno.
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