Alice Basso – Un caso speciale per la ghostwriter

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E’ ufficiale. La scrittrice fantasma di Alice Basso crea dipendenza. E se davvero Un caso speciale per la ghostwriter è l’ultimo episodio della saga, allora la prossima primavera senza Vani Sarca e tutti gli altri sarà senz’altro un po’ più triste e vuota. Con il dovuto rispetto e le debite proporzioni (George Lucas mi perdoni…), come in Star Wars – la saga delle saghe – ci sono episodi avvincenti ed altri meno; ci sono i prequel e gli spin-off. Ci sono personaggi che ti si incollano dentro e per i quali viene spontanea una forma di empatia monodirezionale che ne rende complicato il distacco emotivo. Impossibile mancare all’appuntamento con anche uno solo degli episodi. Quasi indispensabile rileggerli nell’imminenza dell’uscita del successivo.

E allora vale davvero la pena tuffarsi in questa nuova (… uff… davvero l’ultima?) indagine con Berganza e Sarca. Ne vale la pena perché dentro uno stesso romanzo non c’è solo una storia ma anche il suo prequel. Perché questa volta si gioca tutto “in famiglia” camminando in equilibrio sul sottile filo dei legami personali e lasciando spazio ad inaspettate dinamiche emotive. Perché i ritmi e i personaggi lasciano poco tempo per respirare. Perché ciascun soggetto finisce con l’avere una parte da protagonista; nessuno di loro è inutile, nessuno fuori luogo. Ciascuno al suo posto ed integrato alla perfezione con gli altri.

E poi naturalmente ci sono il Philip Marlowe e la Lisbeth Salander sabaudi, una delle coppie investigative meglio assortite delle ultime generazioni. Silenziosa sagacia e turbolenta sociopatia che si incontrano fino a fondersi e creare una finissima ed accattivante armonia fatta di sguardi, gestualità, intese ed intimi formalismi ormai entrati nel gergo comune di chi frequenta questi romanzi: “Sarca. Mi faccia capire…”

Ma soprattutto, dote rarissima e sintomo di un invidiabile ecletticità narrativa, lo scorrere delle pagine è scandito da un’interminabile serie di citazioni letterarie. Quelle di spessore. Quelle che ti fanno venir voglia di andare a spulciare pagine di altre pagine. Quelle che fanno maturare nel pubblico attento l’imbarazzante consapevolezza di non aver mai letto Attraverso lo specchio e, per questo, generano dentro un piccolo, fastidioso senso di incompiutezza. Un libro pieno di libri, insomma.

E’ opportuna, comunque, un’avvertenza: NON leggete Un caso speciale per la ghostwriter mentre siete in tram. Va a finire che rialzate la testa al capolinea a chilometri di distanza dal vostro appuntamento…

 

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