Enrico Pandiani – Ragione da vendere

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Ma quante ne capitano stavolta a les italiens tra il 24 agosto e il 2 settembre!

Tutto ha inizio in una tranquilla notte agostana, mentre Jean-Pierre Mordenti e la sua bella compagna Tristane sono a cena da Karima e Alain Servandoni, membro storico de les italiens.
D’improvviso, nella via sottostante l’appartamento dei Servandoni scoppia l’inferno con un gran rumore di vetri infranti e carrozzerie che si accartocciano. Alain e Jean-Pierre, un po’ alticci dopo l’ottima cena e le copiose libagioni, si affacciano al balcone convinti di assistere al solito scontro notturno fra ubriachi, ma si scoprono testimoni di una scena ben diversa. Una Škoda rossa ha appena speronato un furgone grigio dal quale due uomini stanno scaricando una grossa cassa di legno, mentre un terzo uomo è impegnato a trascinare fuori dall’abitacolo del furgone una donna bruna e ribelle. La cassa di legno e la donna finiscono dentro la Škoda. A quel punto, incapace di trattenersi oltre, Servandoni grida: “Non vi muovete, è la polizia!”. Pessima idea perché l’inferno scoppia per davvero, ha come colonna sonora i colpi di mitra sparati dal basso verso il balcone e la ritirata strategica dei due poliziotti. Quale sarà la loro sorpresa quando, all’arrivo della Scientifica e del resto della squadra, dal furgone emergerà il cadavere bucherellato di un certo George Stubbs, broker inglese specializzato nella compravendita di oggetti di antiquariato. E la grande cassa di legno allora? Conteneva forse un oggetto di antiquariato? E di che tipo? Chi erano gli uomini che se ne sono impossessati? Chi era e soprattutto che fine ha fatto la donna bruna rapita? Qual era il collegamento fra lei e Stubbs?

Parte con il botto anche questo settimo volume della saga de Les italiens di Enrico Pandiani e rimane scoppiettante fino alla fine senza mai deludere i suoi appassionati lettori. Questa volta Jean-Pierre Mordenti e la sua squadra dovranno vedersela con inglesi dall’aria losca o quanto meno sospetta, misteriosi cinesi e mercanti d’arte vietnamiti e un furto colossale nel mondo delle opere di antiquariato. Il tutto mentre è in atto il trasloco dell’intero corpo di polizia dal 36 di quai des Orfèvres alla nuova sede di Batignolles anche detta il Bastione.
La ricerca dell’oggetto scomparso e dei colpevoli a vario titolo e in vario grado, si rivelerà più complessa, intricata e difficile di come si prospettava all’inizio e non mancheranno i momenti in cui Mordenti si sentirà perso in un vero e proprio labirinto dove niente e nessuno è quello o chi dovrebbe essere.

Pandiani è maestro nell’arduo gioco di mescolare le carte senza mai perderne il controllo e gestisce in modo superbo trama gialla e vite private dei suoi personaggi. Inoltre, a coloro che avessero letto tutti i suoi libri, l’autore riserva una gradevolissima sorpresa e mentre la offre con garbo ai suoi lettori non manca di far pronunciare ai principali interessati ottime battute ricche di sano e intelligente umorismo.

In conclusione un romanzo giallo da non perdere, ma nel quale perdersi fra colpi di scena, calembours, battute fulminanti, inseguimenti, morti, feriti malamente, traditi e traditori vittime di cattiveria e avidità.

“La cattiveria è un accumulo che ti si forma nell’organismo, sono i residui di una vita che ti ha spinto invece di accompagnarti, di amici che hai lasciato per strada, di affetti che non hai avuto e delusioni che non hai saputo gestire. È come il cancro, inizia con un puntino e diventa una massa incontrollabile.”

Geniale fra l’altro, come già nei precedenti libri, l’idea di intitolare ogni capitolo con l’ultima frase del medesimo. Buon divertimento.

 

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