Siete di Torino? No? E anche se lo siete, avete mai fatto una gita nelle periferie della città? Quelle dove degrado, clandestinità, furti, convivenza di più etnie la fanno da padroni? Se non la conoscete e non ci siete mai andati in tour potete leggere il libro di Margherita Oggero, La vita è un cicles, dove potrete apprendere e vivere quello che succede alla porte di una meravigliosa città: Torino.
Un libro dalle tinte gialle, il Commissario Martinetto a condurre le indagini, e la scrittura diretta e a volte tagliente dell’autrice vi condurranno in una lettura senza fiato e senza interruzioni.
I personaggi sempre ben delineati , che spesso vi faranno ridere, poi innervosire, e tra i tanti quello che più mi ha colpito è stato Massimo: ragazzo universitario, che cerca di rendersi indipendente dalla famiglia con lavoretti saltuari, preso in mezzo dalle indagini, ma che cerca in qualche modo di fare uscire dalle pagine una gioventù diversa, quella non ancora standardizzata dalle etichette, quei giovani che hanno ancora voglia di rendersi indipendenti nonostante la poca offerta di lavoro spesso precario.
Una Margherita Oggero diversa nella sostanza dal suo precedente Non fa niente, ma con la sua penna decisa che fa risaltare aspetti diversi anche con un giallo.
Ve la ricordate la professoressa Baudino? Si? Ecco il buon Commissario Martinetto potrebbe essere l’inizio di una nuova divertente serie TV, chissà se ci sta pensando anche l’autrice?
Il ogni caso la vita è un cicles, e se siete piemontesi capirete ed apprezzerete di nuovo l’arte del tacon (taconé – \ t&cun’e \ Verbo 1^ con. trans. 1) – rammendare, rappezzare, rattoppare. 2) – riparate alla meglio) appiccicosa per tanti aspetti, ma per saperne di più perdetevi tra le strade di Torino all’interno del nuovo libro.
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