Mariolina Venezia – Come piante tra i sassi

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Siete stufi di vedere poliziotte, anatomopatologhe, psicologhe ed altre inappuntabili bellocce uscire da un serrato inseguimento senza un capello fuori posto od un collant smagliato? Trovate che una figura come Amelia Sachs sia poco credibile come cacciatrice di serial killer?

Allora tuffatevi nel giallo di Mariolina Venezia, Come piante tra i sassi. Troverete Imma, Sostituto Procuratore di Matera. Poliziotta mancata. Tozza, bruttina, antipatica, poco socievole e vestita in maniera improponibile (e l’irrinunciabile tacco12 sembra non migliorarne l’immagine). Non particolarmente intelligente, poco acuta; qualche dote mnemonica e determinazione, nulla più. Madre e moglie poco attenta e presente con qualche difficoltà a mettere a tacere uno strano e silenzioso impulso nei confronti dell’appuntato con cui fa squadra. Insomma, un personaggio normale, maledettamente vero.

Il tutto in un continuo andirivieni tra le strade di una Basilicata resa, anch’essa, meno attraente di quanto in realtà non sia. E, a rendere ancor meno patinato il contesto, l’incessante sottofondo degli Articolo31.

Un caso di omicidio da risolvere che si snoda tra occultamento di rifiuti tossici e traffici di reperti archeologici. Un confronto multigenerazionale che coinvolge anziani contadini legati alle loro terre, adolescenti traballanti sul confine del disagio e adulti stancamente accomodati sulla solidità del posto fisso. Personaggi tanto diversi e tanto conflittuali, ma capaci di ritrovarsi uniti per la difesa delle proprie terre.

Un caso da risolvere che, più che tale, sembra servire da legante alla rappresentazione di uno spaccato di una chiusa società del Mezzogiorno. Una madre che indaga alla ricerca, in realtà, di una credibile chiave di lettura delle dinamiche adolescenziali. Uno sguardo oltre alla realtà dei fatti per provare ad interpretare e a dare un senso al suo piccolo e contraddittorio mondo nel Mondo.

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